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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Esauriente e condivisibile analisi post voto di Don Paolo Farinella. La rivoluzione M5S e il masochismo del Pd

DON PAOLO FARINELLA

La rivoluzione M5S e il masochismo del Pd

Fonte:   http://www.paolofarinella.eu/index.html

pfarinella

Chiedo scusa ai miei due lettori e mezzo, me che scrivo compreso, se sono costretto a citarmi da solo e per ben due volte. Ciò che conta sono le carte e la carta canta:
1.      Nel «Pacchetto del mercoledì» N. 29 del 03 ottobre 2012, scrivevo:
Occorre una rivoluzione radicale, profonda, senza misericordia. I partiti, «questi» partiti non possono autoriformarsi. Bisogna mandarli tutti a casa, tagliando loro il maltolto che devono restituire. Allo stato attuale delle cose, sul mercato esistente, il Movimento 5 Stelle nonostante le difficoltà, in parte vere, in parte costruite dai suoi moltissimi avversari, «è inevitabile», cioè un male necessario … Dico che «è inevitabile» perché potrebbe essere, nell’arco di una stagione, la ruspa che fa piazza pulita e spiana il terreno dalle sterpaglie e dai rovi che indisturbati hanno cresciuto per colpa di coloro che avrebbero dovuto fare pulizia. Ora non basta più la ramazza, occorre la ruspa e il lanciafiamme.
2.      A distanza di un mese è mezzo, nel «Pacchetto del mercoledì» N. 36 del 18 novembre 2012, scrivevo:
Grillo è una meteora inevitabile e il suo impatto sarà deflagrante. Egli al 90% è frutto dei partiti che oggi offrono ricette salvifiche, è figlio di Monti, è nipote di Bersani, è cugino di Di Pietro e tutti costoro gli stanno spianando una autostrada senza fargli pagare nemmeno dazio. Avremo Grillo al parlamento. Sarà un bene? Non lo so. So che peggio di così non può andare. So che non si può fare una legge per non fare eleggere Grillo e i suoi. Se volevano scongiurarne l’elezione, dovevano operare bene, fare buona politica, non rubare, non candidare delinquenti e prostitute, venduti e comprati, ignobili e debosciati. Non dovevano mangiare a quattro palmenti, affamando un paese intero. Ora è troppo tardi. Che Dio li perdoni e illumini Grillo che si trova sulle spalle una responsabilità enorme.
Monti di fatto è caduto il 7 dicembre 2012, quando il maggiordomo, Angelino Alfano, ha ritirato la fiducia del postribolo di Berlusconi al governo. Di conseguenza scrivevo quelle parole e quelle valutazioni due mesi prima che si dimettesse il governo e quando non si parlava ancora di elezioni e tutto faceva supporre che si sarebbe arrivati alla fine della legislatura. Il Movimento 5 Stelle aveva vinto le elezioni regionali e aveva sconvolto la Regione siciliana, ma ancora veniva dato intorno al 10% e tutto pensavano che fosse un bluff.
 
«Inevitabile»
Molti miei amici, superficiali e poco attenti alle parole, quando leggono, mi hanno accusato di «qualunquismo», mettendomi in guardia dal cavalcare «tigri di carta». Nessuno ha capito e io non mi sono speso in spiegazioni inutili che tanto non sarebbero servite a nulla.
Ho scritto e detto tante volte che «Grillo è inevitabile». Se le parole, con le quali vivo ogni giorno per lavoro, hanno un senso, «inevitabile», significa che «non si può evitare», qualunque provvedimento si voglia prendere. Secondo il dizionario Sabatini-Coletti si tratta di un aggettivo sostantivato che indica qualcosa «che accade senza che possa essere impedito». Sono sinonimi: ineluttabile, fatale. Il sostantivo si usa solo al singolare e significa: «Ciò che non si può evitare». Il termine è attestato dal sec. XIV. Una frana è inevitabile perché se il terreno è dissestato o è stato manomesso da incompetenti, «deve» cadere e, cadendo, travolge tutto. Non si può stare davanti a pararla con le mani.
La frana Movimento5Stelle, preparata da chi ha dissestato il terreno, minando la consistenza della terra e disboscando all’impazzata, è caduta come conseguenza logica e necessaria. Essa inoltre avverte che è solo l’anticipo perché il bello deve ancora venire e il botto sarà devastante per chi si è gingillato, credendo che bastassero battute sceme come «smacchiare il giaguaro» o «pettinare le bambole» per esorcizzare una valanga che si abbatteva sul sistema consunto e corrotto.
Ho vissuto sulla mia pelle questa demenza che ha colpito il Pd, ormai da anni: qualcuno mi ha detto che non mi hanno mai voluto invitare alle feste del loro partito a Genova con la motivazione che «lui ci critica». Imbecilli! Se invitano chi li loda, ecco i risultati. Avrebbero dovuto invitare solo quelli che li criticavano perché li mettevano in guardia e gli portavano il polso della strada, della gente e della vita, quella che essi avevano smarrito come hanno dimostrato le primarie e formazione delle liste. Hanno difeso la casta e le loro rendite.
Le primarie dovevano servire per scegliere i candidati, che però sono stati catapultati dall’alto per mettere al sicuro i funzionari di partito, sfruttando le possibilità della legge «porcata» contro la quale sbraitavano in pubblico. Avrebbero dovuto, almeno al loro interno, contestare quella legge e rispettare al millesimo i risultati delle primarie, senza sconti per alcuno. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Alla Camera ho votato Movimento5 Stelle e non sono pentito. Ci mancherebbe altro. O si cambia o si muore. Non si può «cambicchiare». Qualsiasi altro voto sarebbe stato una rassegnazione all’inciucio, all’imbecillità e al vuoto. Costoro non hanno capito che il re è nudo, anzi era nuda da anni e ora non è morto di freddo.

La fine del PD
Agli amici del Pd dico: ma veramente voi pensavate di vincere le elezioni con «questa» campagna elettorale, dopo vent’anni di virus berlusconista iniettato nel sangue della Nazione? Davvero pensavate che bastava un Bersani che ne ha fatte una più di Bertoldo per perdere le elezioni? Davvero pensavate che potevate vincere con la gente che avete presentato e senza uno straccio di programma, ma solo con confusioni del tipo «vedremo … faremo … questa roba qui … quella roba là …»? Quando la vittoria si profilava sicura, ecco che il partito tira fuori il Monte dei Paschi per garantirsi la sconfitta. Non bastava ancora, perché, rovina delle rovina, avete preso l’impegno di andare al governo con Monti, anche se aveste avuto la maggioranza assoluta. Non vi siete accorti che Monti ha strangolato l’Italia e voi gli andavate dietro, anzi lo rincorrevate; più quello, patetico, vi dava botte e più voi dicevate: «ancora, ancora, che mi piace tanto»? Questo non è masochismo, ma è sadismo masochistico patologico.
Vendola ha iniziato a scomparire anche nella sua Puglia, da quando ha cominciato a garantire che non avrebbe creato problemi con un eventuale, anzi certo, governo Monti, che significava anche Casini e Fini. Possibile che non vi siete accorti che vi stavate impiccando da soli, senza aiuto esterno? Berlusconi non c’entra nella vostra perdita, perché Berlusconi non ha vinto e non ha perso. La vostra colpa è solo vostra.
Avete salvato Berlusconi almeno tre volte e anche quando era col rantolo in gola gli avete praticato la respirazione bocca a bocca per farlo risorgere, riuscendoci egregiamente. Avete voluto governare con Monti che ammazzava il vostro popolo e volevate continuare a governare con lui che nulla ha da spartire col l’odore stesso di sinistra. Oggi mi chiedo se anche voi avete qualcosa di sinistra. Per questo vi dico: andate al diavolo, perché quando potevate non avete voluto governare. Quando potevate non avete cambiato la legge elettorale né avete fatto una legge per l’ineleggibilità di Berlusconi, predatore del bene comune e nemico della legalità.
Costui ha promesso la cancellazione dell’Imu e voi avete parlato di «rimodulazione», senza andare a vedere che la gente stava annegando e annaspava perché disperata. Quella legge l’avete votata voi in parlamento. Berlusconi se l’è scrollata di dosso subito, voi no e avete cincischiato. Quando Monti ha messo l’Imu avreste dovuto fare saltare il banco ed essere voi a pretendere di andare alle elezioni. Avete ammazzato il cavallo e pretendevate anche di andarci in groppa. L’ignobile di Arcore ha scaricato su di voi ogni responsabilità di quella indegna tassa. Siete fuori della Storia. Non avete diritto di parola, perché l’avete persa definitivamente.
Invece hanno tenuto in piedi le due anime, assolutamente divise, espresse da Letta e da Bersani, restando bloccati e a mezz’aria. Un po’ con Monti e un po’ con Vendola. Letta vuole Monti e Casini e Fini ad ogni costo; Bersani lo deve subire, pena lo squartamento del partito. Ora Casini e Fini sono scomparsi, Monti è azzoppato, ma «contento» e il PD è alla frutta «ora e nell’ora della morte». Molto centro e poca sinistra, anzi niente. Immobilismo totale, senza programma. Lo stesso giorno della disfatta, Letta, nipote del Letta (il «Nobil Uomo») in tv è andato a parlare contro Grillo e a rimpiangere l’Europa. Non si è reso conto che gli elettori hanno votato contro un’Europa finanziaria che aveva affamato i poveri, ucciso la Grecia e in Italia aveva creato quattro milioni di disoccupati, ma aveva salvato la finanza e gli interessi delle lobby. Questo Letta, perché non lo mandano da suo zio con Berlusconi perché il suo posto è solo lì?
Felice di non aver vinto
Berlusconi è felice di non avere vinto. Il suo scopo non era vincere, perché in questo caso avrebbe dovuto mantenere le promesse fatte, anche solo per finta, e non è in grado. Egli voleva sparigliare e sedersi al tavolo per condizionare sulla giustizia e salvare il suo patrimonio con le frequenze tv. C’è riuscito. Ora alzerà la posta: farà la proposta che governi il PD (l’uomo è pazzo, ma non è scemo) che così deve prendere contatto con Grillo e fargli alcune proposte. Ogni fallimento andrà a carico del PD e non di Berlusconi. Per sé pretenderà la presidenza della repubblica, che non potranno dargli, è ovvio!, ma servirà per avere in cambio il massimo.
L’uomo è esperto in ricatti e lo dimostrerà. Se il PD avesse un minimo di lungimiranza, direbbe al Capo dello Stato attuale: non c’è una maggioranza, noi ci ritiriamo. Non facciamo governi con nessuno. Non possiamo fare inciuci: abbiamo promesso che non avremmo governato mai con Berlusconi e quindi non siamo disponibili, ma non  credo che lo faranno. Hanno paura di governare e quindi tenteranno di fare un governo solo per narcisismo personalistico, credendo di potere stare a galla e per accontentare la nomenclatura. Si autodistruggeranno entro pochi mesi. Premete il tasto «Esc».
Movimento5Stelle
Non ha alcuna intenzione di andare al governo e non smania, anche perché non è pronto per uno tsunami del genere. Nemmeno Grillo si aspettava un successo così enorme: è diventato il primo partito alla Camera e il terzo al Senato, ma solo perché c’è una legge fatta su misura di Berlusconi e della Lega. Altrimenti Grillo sarebbe stato primo anche al Senato. Grillo non ha fretta, ma sta seduto sulla riva ad aspettare i cadaveri dei suoi avversari. Nell’attesa non spenderà un centesimo, non cercherà rendite, ma si godrà il meritato silenzio dell’Aventino e osserverà dall’alto quello che succede tra i folli che Dio ha fatto impazzire.
Il suo risultato grande è questo: avere portato un esercito di oltre 100 deputate e deputati giovani, freschi, appassionati, forse inesperti (impareranno), puliti (almeno per ora) e decisi a scalzare le cariatidi abbarbicate alla poltrona. Nessuno più in Camera e Senato potrà fare quello che vuole, perché ora vi sono i cani da guardia che diranno tutto, sveleranno tutto, impediranno tutto e costringeranno ad abolire la casta che ha resistito contro ogni decenza. Diminuiranno gli stipendi così che molti daranno le dimissioni perché c’erano andati solo per quello.

Si aprono le danze
Cosa succederà ora? Secondo la logica, i passaggi sono obbligati per tutti. A mio parere, avverrà questo:
1.       Il Pd riceverà l’incarico di fare un governo. Lo sventurato accetterà. Berlusconi sarà magnanimo e lascerà fare in attesa di dare la zampata o di scaricare ogni responsabilità, pretendendo per sé il Quirinale. Offrirà la presidenza di una camera a Grillo. Il PD, condizionato, non potrà gestire nulla, assumendosi ogni colpa.
2.       Il PD rifiuta di fare il governo (se fosse furbo, ma non lo è!). L’incarico viene dato al PDL che non accetta (non è scemo). S’incarica una figura terza, da fuori del Parlamento: non può essere Monti che è il grande sconfitto di queste elezioni, così impara a improvvisarsi politicante. Una figura esterna gradita a PDL e PD che traghetti a nuove elezioni, previa riforma elettorale con elezione diretta del capo dello Stato e collegi uninominale a doppio turno (si accontenta la destra e la ex sinistra). In questa ipotesi, Grillo porrà sul piatto la spada di Attila e pretenderà di votare solo queste riforme: riduzione dei parlamentari, abolizione di ogni benefit e grassaggio, fuori dal parlamento chi è inquisito anche in primo grado, fuori tutti dopo due legislature, riduzione dello stipendio. Solo a queste condizioni, egli voterà «una tantum» con questi partiti.
3.       Al momento della fiducia, al Senato, il Movimento5Stelle, esce dall’aula; alla Camera si astiene o esce per dare fisicamente l’immagine plastica di non appartenere alla casta. Voterà solo quelle leggi che vanno nella direzione del suo programma e della distruzione di questa inetta classe dirigente che ha spolpato il paese, riducendolo in macerie. Il Movimento5Stelle farà da becchino ad una legislatura di mezzo, di passaggio di transizione; non voterà quelle leggi e proposte che sono frutto di «compromesso». Sarebbe suicida.
4.       Tra due mesi si voterà per il capo dello Stato. Berlusconi che «concede» il governo a Bersani, pretenderà per sé il Quirinale, sapendo che non potrà riceverlo, ma questo gli serve per alzare la posta e il ricatto. La situazione di stallo dovrà per forza portare all’elezione di una figura «extra», che deve essere gradita a Berlusconi che non transigerà e vorrà garanzie «scritte» sui processi e sulle sue imprese. Il suo scopo è raggiunto. Grillo si asterrà perché non vorrà partecipare alla spartizione. Il PD non potrà proporre un nome proprio. Forse dal cilindro delle impossibilità, salterà fuori Emma Bonino, così sarà contento il card. Ruini e Bertone che non l’hanno voluta alla presidenza del Lazio e ora se la ritroveranno al Quirinale, nel palazzo che fu dei papi. Con la Bonino, Berlusconi tratterà, perché Emma non gli è avversaria, ma spesso gli è attigua come cultura. In questo caso avremmo la Papessa Emma I e ci sarà da ridere.
5.       Grillo si asterrà perché non vorrà partecipare alla spartizione. Grillo ha tutto l’interesse di starsene alla larga da destra e da sinistra, e non farà un governò con alcuno, anche se Bersani gli prometterà metà del suo non-regno. Pur di governare, Bersani offrirà a Grillo anche la pompa di benzina di suo padre (manco più sua), ma senza risultato. Se Grillo accettasse di governare con PD e PDL perderebbe in un solo colpo il consenso che ha raggiunto. E’ suo interesse, e anche interesse del Paese, che non accetti, in attesa che
6.       Fra un anno si vada a votare con una nuova legge, diminuzione di parlamentari, riduzione degli stipendi azzeramento della casta e allora Grillo prenderà il 99%.

Onestà cercasi con rivoluzione
A urne ancora scottanti, infatti, Grillo ha mandato un messaggio chiaro via internet: «Ora l’onestà diventerà normalità». Questa è la vera novità di queste elezioni. Non è detto che sia proprio così male. Senza legalità e moralità non può esserci riforma della società e della politica. Aspettiamo con Speranza e fiducia.
L’Europa stia attenta e i mercati, o meglio, gli speculatori ricordino che in democrazia le elezioni vanno rispettate, chiunque le vinca, se siamo ancora in una parvenza democratica, cosa di cui dubito.
I vescovi italiani meditino e riflettano: il loro impegno e le loro manovre hanno fallito su tutta la linea, come ha fallito il pontificato che finisce in concomitanza. Fallimento totale, irreversibile. Sarebbe ora che dessero tutti le dimissioni per incompetenza profetica e inadeguatezza pastorale.
Una mia cara amica, O. di Padova, mi manda un link che analizza l’origine dei voti di Grillo in Veneto: la Lega ha travasato nel Movimento5Stelle, anche nella Verona di Tosi, e solo in minima parte è rimasta con Berlusconi, segno che hanno stomaco di ghisa. Questo mi preoccupa, perché non sono d’accordo con Grillo che non esiste più «destra» e «sinistra». Purtroppo non abbiamo più né l’una né l’altra e per questo si fa tutto un amalgama indifferente per cui si può cambiare vestito come capita. Bisogna avere una idea di società e di giustizia, di Stato e di mercato che non sono indifferenti. Le proposte di togliere i privilegi ai politici e il pensiero di un assegno di esistenza ai disoccupati  e precari fanno paura alle lobby. I mercati hanno reagito male e lo spread è salito. Proprio per questo bisogna andare a fondo e fare sul serio per dimostrare che tutti hanno diritto di mangiare, bere, dormire e a volte anche divertirsi. Lo spread deve rassegnarsi. In Belgio, manca il governo da anni e l’economia va a gonfie vele.
Alla mia amica faccio notare che questa situazione l’hanno voluta chi come il PD ha espulso i suoi aderenti che erano con le popolazioni della NO-TAV, cioè contro gli sprechi per oggi e per le future generazioni sulle opere inutili e dannose. Chi ha basato la propria politica sullo spreco e sulla iattanza, compreso Vendola che ultimamente parlava come un libro stampato, forbito, ma annaspando senza appigli, ora deve o andarsene o cambiare, ma sarà difficile fare notare il cambiamento perché la gente è imbestialita e nessuno la ferma più. Al Senato ho votato SEL, nello spirito di Salomone, ma vedo che non è servito a niente perché alle prossime elezioni SEL scomparirà del tutto.
Mi limito a fare una lettura della situazione e poiché la storia si scrive con i fatti, i fatti sono questi. Ora bisogna lavorare perché la RIVOLUZIONE vada fino in fondo, eliminando ogni SPRECO, e riportando la POLITICA a vero SERVIZIO e non a strumento di potere per il proprio tornaconto. In questo senso, buon lavoro Movimento5Stelle: nessun accordo con alcuno, specialmente con Berlusconi, non siate teneri, non siate accomodanti, siate il maglio del rinnovamento e poi andiamo di nuovo a votare per eleggere non più di 120 deputati e 70 senatori, compresi i rappresentanti delle Regioni. Togliamo la biada ai mangiapane a tradimento e poi … «vamos a la playa».
Spero e prego che possa avverarsi e io possa vedere questo cambiamento frutto di una rivoluzione senza spargimento di sangue. Senza Grillo, avremmo avuto l’assalto al palazzo d’inverno con le conseguenze che tutti possono immaginare. O no?
Don Paolo Farinella

Risultati elezioni 2013 e qualche brevissimo commento

di Claudio Martinotti Doria

 Distribuzione seggi alla Camera dei Deputati:
  • 29,54% PIER LUIGI BERSANI 340 SEGGI
  • 29,13% SILVIO BERLUSCONI 124 SEGGI
  • 25,55% GIUSEPPE PIERO GRILLO 108 SEGGI
  • 10,54% MARIO MONTI 45 SEGGI
  • 2,25% ANTONIO INGROIA 0 SEGGI
  • 1,12% OSCAR GIANNINO 0 SEGGI
Distribuzione seggi al Senato:
  • 31,60% PIER LUIGI BERSANI 119 SEGGI
  • 30,66% SILVIO BERLUSCONI 117 SEGGI
  • 23,79% GIUSEPPE PIERO GRILLO 54 SEGGI
  • 9,13% MARIO MONTI 18 SEGGI
  • 1,79% ANTONIO INGROIA 0 SEGGI
  • 0,90% OSCAR GIANNINO 0 SEGGI

Premesso che non ho mai creduto nella democrazia rappresentativa e che ho sempre osteggiato la partitocrazia, mi permetto di sintetizzare telegraficamente il mio pensiero post elezioni.
Il M5S è l'unica reale novità politica di queste elezioni, coloro che come me sono presenti in rete da molti anni ed hanno il polso della situazione degli umori della popolazione attiva ed acculturata (che è quella che naviga e si documenta in rete e non si informa alla tv e dai giornali), sapevano che avrebbe avuto un risultato straordinario, e dopo l'oceanica folla presente (e pagante le spese dell'evento) a piazza San Giovanni a Roma alla chiusura della campagna elettorale, hanno capito che sarebbe stato un risultato storico.
Ma non è stato sufficiente per avere la maggioranza in Parlamento, unica possibilità per cambiare veramente il paese, riformandolo radicalmente e cacciando tutti i vecchi arnesi della politica, i corrotti, i mafiosi, i millantatori, i parassiti, ecc..
Occorre ancora resistere qualche mese per arrivare alle prossime elezioni anticipate ed avere la maggioranza assoluta.
E' vero che i libertari ed autonomisti, cioè coloro che non credono allo stato ed alla democrazia, neppure quella diretta e partecipata, hanno preferito astenersi dal votare, però votare il M5S è l'unica possibilità che rimane a questo paese per sganciarsi dalla partitocrazia e dalla democrazia rappresentativa, che ha fatto fallire questo paese.
Presupposto indispensabile per portare avanti istanze di vero decentramento, autonomia locale, alleggerimento istituzionale, monete locali, ecc., che sono i valori cui tende chiunque abbia a cuore la libertà, la dignità, le pari opportunità (non solo tra i sessi).
Quindi speriamo che i ragazzi del M5S e Grillo resistano alle lusinghe, strumentalizzazioni e mistificazioni tendenti a ricorrere all'alibi della salvezza del paese, lo spread, l'UE, l'euro, il debito pubblico, ecc. cioè tutte falsità tecniche finalizzate a continuare ad esercitare il potere, garantirsi i privilegi facendo gli interessi dei poteri finanziari, soggiogando gli italiani a livello di sudditi (cui purtroppo sono abituati, ma anche esasperati), e speriamo il M5S continui a comunicare alla popolazione come stanno veramente le cose, proponendo punti programmatici semplici da capire e veramente innovativi ed efficaci, per sottrarci da questa oppressione suicida.
Bisogna andare fino in fondo, senza aver paura delle conseguenze che questi parassiti paventano, l'importante e rifiutarsi di continuare a pagare noi il prezzo del loro fallimento, iniziamo a farlo pagare a loro che ne sono i veri responsabili. Basta coi privilegi e le menzogne, applichiamo un minimo di buon senso, senso della misura, del pudore, della responsabilità, manifestiamo quella dignità che questi infami hanno rinnegato da troppo tempo.

Dopo la Grecia anche la Spagna sta procedendo speditamente verso la catastrofe sociale. Aumenta la popolazione che non riesce neppure a sfamarsi, si moltiplicano gli sfratti, i suicidi, persino i rumeni tornano nel loro paese ...

Non ve lo dicono, ma i bambini in Spagna hanno sempre più fame

 Non solo Grecia: in Spagna crescono i bambini che possono contare su un solo pasto al giorno. E i fabbri hanno iniziato a rifiutarsi di forzare le case pignorate da chi non riesce più a pagare il mutuo. Cosa c'è, esattamente a metà tra la Grecia e la Spagna? Il prossimo più grande successo dell'euro: l'Italia.

Fonte: Byoblu http://www.byoblu.com/default.aspx  Il VideoBlog di Claudio Messora


Bambino affamato

 di Valerio Valentini
 In molti sono rimasti allibiti, in Italia, quando si è squarciata la criminale cappa del silenzio che per mesi aveva avvolto la crisi greca, portando alla luce le sofferenze di un intero Paese ridotto alla fame e alla miseria dalla Troika. Quello stesso silenzio, oggi sta imbavagliando un altro Paese dell’Europa: la Spagna. Forse perché troppo concentrati sulla campagna elettorale, o forse per la necessità di non svelare, a ridosso delle elezioni, le atrocità delle politiche economiche e sociali europee (benedette da una larga maggioranza), i nostri media non si interessano affatto alla crisi spagnola.
Spagna Malnutrito un bambino su quattro fame
continua a leggere su SOS Villaggio dei Bambini
 Uno degli ultimi allarmi, però, è stato lanciato dai quotidiani della Comunità Valenciana, che riportano i dati di una ricerca realizzata dalla “Casa della Carità”. Nel 2012, sono stati 11.600 i bambini che si sono nutriti facendo ricorso alla Caritas locale, e di questi circa la metà hanno tra i 4 e gli 11 anni. Rispetto al 2011, la cifra è raddoppiata. Già nei mesi scorsi “Save the Children” denunciava come nella penisola iberica fossero sempre di più gli adolescenti che ogni giorno facevano un unico pasto, quello dato loro nelle mense scolastiche. La Caritas spagnola conferma ora questi dati, rivelando che, non a caso, il numero di bambini in cerca di cibo cresce sensibilmente nei fine settimana, quando cioè le scuole sono chiuse.
 E questa realtà non riguarda purtroppo solo i più piccoli. Il numero delle madri che ricorrono all’assistenza della Caritas è aumentato del 44% nell’ultimo anno, mentre la crisi occupazionale ha colpito soprattutto gli ultraquarantenni, tra i quali la percentuale di indigenti è aumentata del 10% nel 2012. Non si tratta, come si potrebbe pensare, di senza tetto o di clochard. Sono persone che hanno, almeno per il momento, una casa, e a volte anche un salario minimo. Semplicemente, non possono permettersi cibo e bevande, e quindi ricorrono alle associazioni di volontariato. I giornali locali descrivono lunghe file di bambini esultanti perché “vanno tutti insieme a mangiare al ristorante”. Che però è la Caritas.
 C’è poi un altro dato a dirci di come le condizioni di vita a Valencia, la terza città del Paese per numero di abitanti, si stiano deteriorando. Quelle stesse associazioni di volontariato che denunciano un aumento del 12,5% di cittadini spagnoli che reclamano ogni giorno un pasto gratuito, registrano al contempo un calo del 29% per quanto riguarda l’affluenza dei rumeni, la comunità straniera più numerosa nella regione. Si tratta, perlopiù, di immigrati che preferiscono far ritorno nel Paese d’origine.
 Da Valencia a Madrid, dove si fanno sempre più ricorrenti scene in cui gruppi di cittadini aderenti alla campagna “Stop Desahucios” si oppongono all’entrata delle forze dell’ordine nei condomini dove si devono eseguire degli sfratti. Negli ultimi quattro anni sono state 350 mila le famiglie spagnole sfrattate, la stragrande maggioranza delle quali a causa di mutui stipulati con delle banche coinvolte nella speculazione immobiliare. Anche in questo caso, i dati dei tribunali spagnoli, riportati dal WSJ, parlano chiaro: se nel primo semestre del 2008 gli sfratti furono 19.930, nella prima metà del 2012 hanno superato quota 37 mila. Ormai si prosegue al ritmo di 500 al giorno, anche grazie a delle leggi in materia che alcuni giudici spagnoli ritengono “volte a salvaguardare oltremisura gli interesse delle banche politicamente influenti”. Questo esponenziale aumento delle procedure di sfratto è dovuto soprattutto alle nuove disposizioni del governo di Mariano Rajoy. Il quale, per ripagare i prestiti ricevuti dall’Europa, ha dato avvio ad un piano di privatizzazione degli immobili che non sta risparmiando neppure le case popolari.
sempre più persone in fila alla Caritas, in Spagna.
sempre più persone in fila alla Caritas, in Spagna, per mangiare
 La situazione sembra vicina al collasso. Il dato più sconcertante è quello che fotografa un netto aumento di casi di suicidio di persone che hanno ricevuto ingiunzioni di sfratto. Nel dicembre scorso, inoltre, ha fatto scalpore la notizia di una donna incinta che ha avuto un parto prematuro a causa dello shock provocato dall’arrivo delle forze dell’ordine. A seguito di questi eventi, ad alzare la voce è stato uno dei maggiori sindacati dei fabbri, letteralmente subissati dalle richieste di forzare le serrature di appartamenti ipotecati: tutti gli aderenti a tale organizzazione si rifiuteranno, d’ora in poi, di partecipare alle operazioni di sfratto. E anche i sindacati delle forze dell’ordine lamentano un eccessivo stress degli agenti, a cui hanno deciso di offrire sostegno legale nel caso in cui vogliano rifiutarsi di eseguire le ingiunzioni. Nuovi obiettori di coscienza, insomma.
 Trovatosi impreparato di fronte a queste resistenze crescenti, il governo Rajoy ha varato alla fine del 2012 un decreto che prevede una sospensione degli sfratti per un periodo di due anni; ma solo per famiglie con persone handicappate o con introiti mensili inferiori a 1.600 euro. Gli attivisti di “PAH”, un’associazione che tutela i diritti delle persone con ipoteche a carico, denuncia il fatto che il decreto non ha congelato l’accumulazione dei debiti, per cui tra due anni migliaia di persone si ritroveranno in una situazione insostenibile a causa dei debiti accumulati. E lanciano anche un altro allarme: il rischio, quantomai concreto, di un mercato nero dei fabbri, facili da reclutare a causa del disperato bisogno di denaro tra la popolazione spagnola.
 E così, dopo la Grecia, anche la Spagna si avvia a diventare “la manifestazione più concreta del grande successo dell’euro”, per utilizzare le parole pronunciate nel settembre 2011 da Mario Monti. Una delle sue più celebri pillole di saggezza che gli sono valse la nomina a senatore a vita e a presidente del consiglio.

 Noi, però, possiamo star tranquilli (nonostante qualche brivido francamente venga, a guardare cosa c'è a metà tra la Grecia e la Spagna, su una qualsiasi cartina del Mediterraneo). Perlomeno così dicono, ogni giorno, frotte di economisti e di politici. Frotte di frottole?

Uno straordinario, accurato e profetico ritratto degli italiani, fatto da un inedito Alberto Sordi nell'89, credo sia appropriato in questi giorni elettorali

Crisi all’italiana. Albertone Sordi e gli italiano: “Torneranno poveri”

Intervista inedita (doveva uscire su Fortune) e postuma (risale al 1989) in cui Sordi racconta gli italiani "incapaci di governarsi da soli". E destinati alla più dura delle prove: scivolare in un Paese più egoista

 
Fonte: Il Fatto Quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it

Crisi all’italiana. Albertone Sordi e gli italiano: “Torneranno poveri”
 
Il momento più emozionante fu quando il vecchio comico sollevò la bocca dal fiero piatto di salsicce e broccoli e piantò sul giornalista la sua espressione più celebre. Fronte aggrottata, occhi sbarrati, bocca semiaperta e leggermente digrignata. È un monumento della cultura nazionale quell’espressione sorpresa e già rassegnata, arresa di fronte alla realtà che spiazza e sconfigge, e sovrasta ogni disperata impostura, miserabile dissimulazione, arroganza da due soldi. Lo sguardo del vigileOtello Celletti quando scopre che sua sorella a Milano non fa propriamente la massaggiatrice. Lo sguardo di Nando Mericoni quando esce dalla marana e realizza che gli hanno rubato i vestiti. Con quello stupore che si era fatto icona, Alberto Sordi aveva dipinto l’autoritratto del Dopoguerra italiano. Adesso invece lo brandiva contro il giovane intervistatore che lo addolorava con una scandalosa inappetenza. “Che fai? Nun magni ’a sarciccia?”. Poi la fulminea trasfigurazione sordiana, il cambio di passo: gli occhi azzurri, che avevano appena confessato il rimpianto per il figlio mai nato, presero una piega affettuosa per accompagnare la paterna, impaziente esortazione: “E magnate ’a sarciccia!”.
Sembra che famo a gara a chi magna de più, trattorie piene di culoni che magnano…”
Correva l’anno 1989, il Muro di Berlino stava per essere abbattuto e l’antico castello Odescalchi di Bassano Romano, vicino a Viterbo, faceva da set per una versione cinematografica de L’avaro di Molière. La storica addetta stampa Maria Ruhle, giocando sull’argomento del film per aiutarne il lancio, aveva messo a disposizione il protagonista per un’insolita intervista sul denaro con la rivista economica Fortune.
Un fallimento totale: Sordi non aveva nessuna voglia di fingersi sociologo o economista. La sua analisi verteva su pulsioni elementari (la fame, il rispetto, l’invidia) e la sua scienza economica risultava fondata su quattro unità di conto, quella base, il supplì, e i suoi tre multipli: il piatto di bucatini, l’automobile, la casa. Infine l’esibizionismo indotto dalla tv, che avrebbe distrutto l’Italia. Una cosmogonia improponibile per gli americani della Time-Warner.
Per questo l’intervista è rimasta quasi completamente inedita per 23 anni, custodita in un nastro. Alla soglia dei 70 anni, che avrebbe compiuto il 15 giugno 1990, Sordi era ricco e venerato. Davanti al portone del castello, un’enorme Mercedes scura annunciava la sua presenza. All’interno aveva per camerino un camerone rinascimentale con uso di cucina. In pausa pranzo tutta la troupe, compresi i figli dell’avaro, Miguel Bosè e una giovanissima Anna Kanakis, restava buttata nel parco a mangiare il cestino da set, con pasta rinsecchita, fettina ingiallita di formaggio e pera di marmo.
Il capocomico si ritirava nel camerone-camerino, si metteva una giacca da camera coi pomelli e aspettava che la governante cucinasse per lui come a casa. Salsicce e broccoli, quel giorno. Mangiava e parlava, e per spiegare l’economia italiana raccontava la sua vita, non per egocentrismo, semplicemente l’autoritratto dell’italiano normotipo non distingueva la patria da se stesso. Descrivendo l’Italia attraverso Roma e Roma attraverso i suoi occhi, Sordi formulò la sua profezia sulla globalizzazione, la scomparsa del ceto medio, il declino italiano: “Sembra che famo a gara a chi magna de più, ci bombardano di pubblicità televisiva, che io la vieterei, e tutti a consuma’, vedi ’ste trattorie piene di culoni che magnano…Ma che te magni? Io magno un supplì e me basta. No, dice, siccome tu sei ricco di supplì ne magni dieci. Ah, sì? Allora guarda, io so’ ricco davero, ma non è che quando entro in trattoria, siccome c’ho i soldi, magno tutto quello che c’è. Vedi ‘sto goccetto de vino? Mi basta per essere felice. E invece no, dice, siccome sei ricco te bevi tutta ’a botte. Anzi no, te compri la vigna”.
Ecco il consumismo che negli anni 80 ci trascinava verso il gorgo della globalizzazione: “Importiamo un sacco di carne anche se sappiamo che ci fa male. Prima la mangiavamo la domenica, ce se faceva il sugo. Adesso il pupo non mangia lo spezzatino, vuole il filetto, e importiamo il filetto. E tutti a spendere. Ma state attenti, non c’è niente di peggio che diventare poveri dopo essere stati ricchi”.
“Agli italiani vorrei dire questo: stiamo attenti, non diamoci alla pazza gioia, che se domani si mette male… Quando andai a prendere la cittadinanza onoraria a Kansas City poi arrivai fino a Hollywood e vidi Ramon Novarro che per campare faceva la comparsa. Ahò, e Oliver Hardy e Stan Laurel, lo sai? So’ morti in un ospizio per poveri. Tornare poveri è orribile. State attenti, può succedere”.

Roma si sta distruggendo con le automobili. Il Colosseo crollerà per le vibrazioni”
“Che dici? Società segmentata? Ma ’ndo l’hai letto? Stamo a diventa’ tutti uguali, ed è colpa dell’automobile. Prima la 600, poi la Millecento, poi la macchina straniera. Tutti con la macchina, tutti uguali, no? Ahò, hai visto quante automobili? Roma si sta distruggendo con questo mare d’auto. Ne facciamo un milione l’anno, non sanno più dove metterle. Io vieterei il parcheggio in tutta la città, salvo pochi tassametri a 20mila lire l’ora. Pensa le vibrazioni! E dai, non si può far crollare ilColosseo perché il pupo deva anda’ a pija’ il gelato con la macchina! E annamo!…No, aspetta, tutti uguali te dicevo. Eh sì, perché prima c’era il nobile, il proletario, il ricco, il povero. E ognuno aveva la sua felicità. Il povero non soffriva, perché gli bastava un piatto de bucatini a fargli esplodere la gioia. E le automobili stavano solo nel cortile dei nobili, ma nessuno era invidioso. No, non avevo detto che è brutto essere poveri. Se nun magni ’a sarciccia pe’ sta’ attento, stai attento: non è brutto esse’ poveri, è brutto diventarlo”.
 “Ma sì, hai capito, papà non ce l’aveva fatta, e si era adattato al basso tuba”
 “Senti un po’, quand’ero ragazzino non eravamo poveri, nun ce mancava niente, papà faceva l’orchestrale, mamma era maestra. Però se magnava e ce se vestiva, e basta. Il mio sogno era la bicicletta, ma papà e mamma non me l’hanno mai potuta fare. Per la Befana me facevano la palla de gomma, e io ero felice perché rimbalzava, a differenza della palla de stracci. Poi cercavo di farmi amico il ragazzino privilegiato che c’aveva la macchinina meccanica, così magari una volta me la faceva provare. Andava bene così, gli strati sociali servono a preservarci dal risentimento.
Per dire, la domenica andavo alla Galleria Colonna (oggi si chiama Galleria Alberto Sordi, ndr), perché c’era l’orchestra che suonava il jazz, lì al caffè Aragno. Noi ascoltavamo in piedi, ma c’era gente ai tavolini con certe coppe de gelato… Quanto ho desiderato quel gelato! Non c’era risentimento, solo il desiderio di potermelo un giorno permettere anch’io. Sì, ammiravo i ricchi, volevo diventare come loro”.
 Come in ogni artista geniale, il motore creativo di Alberto Sordi pescava il carburante in chissà quali ripostigli della mente. In uno di questi c’era la figura di suo padre, il professore d’orchestra Pietro Sordi, morto quando Alberto aveva appena 20 anni e rimasto, sempre, “papà”.
“Sono diventato ricco in modo graduale, ordinato. Era tutto previsto. Sai, io da ragazzo vivevo in un grande ottimismo, malgrado il pessimismo di papà che mi diceva di avere prudenza nelle aspirazioni, diceva: tutti mirano al successo ma solo qualche privilegiato ce la fa, tu puoi intraprendere questa carriera da artista ma devi anche prevedere che potrebbe andarti male. E io dicevo, papà ma se io mi impegno… e lui diceva, ma sì Albe’, l’impegno è un bello sprone ma poi ci vuole lafortuna… Ma sì, hai capito, papà non ce l’aveva fatta. Nella sua grande umiltà si era adattato al basso tuba, uno strumento di accompagnamento, e questo ti descrive la sua personalità. Ammirava gli altri, descriveva gli altri, di sé non parlava mai, e io forse anche per dimostrargli qualcosa ce l’ho messa tutta, ho avuto successo e sono diventato ricco. Ma sai che cosa vuol dire essere ricco? Una sola cosa, che ti puoi rilassare, che non hai paura della vecchiaia, perché ti puoi permettere certe infermiere che… altro che moglie!”.
 “Però devi essere ricco davvero, come me. Non come questi che hanno uno stipendio di un milione, un milione e mezzo, e fanno i debiti per compra’ questo e quello, perché hanno perso la misura della felicità. La felicità è ’na sarsiccetta quando ce vo’. La felicità vera della mia vita è stata la scoperta del sesso, ottenere un bacio da una ragazza, quelle sono emozioni…
E poi gli italiani hanno perso la misura del denaro. Accendono la tv, uno chiede chi è l’eroe dei due mondi,quello dice Garibaldi, e bravo, lei ha vinto 20 milioni. Con una naturalezza! E così non ci resta che l’esibizionismo. Vogliono andare in televisione, tutti, io l’avevo capito già negli anni 50, ti ricordi quel film, Domenica è sempre domenica? C’era un industriale ricchissimo che non aveva altro per la testa che andare al Musichiere con Mario Riva. Si compra di tutto per esibizionismo, ci si rovina per esibizionismo.
Portare i regazzini a scuola con la macchina, è esibizionismo. È colpa della tv se la vita è diventata un grande palcoscenico, esibirsi è diventata regola di vita”. “Sì, bè? Che c’è? Sì, un attore che parla di esibizionismo… Ma io sono un professionista, ho sempre lavorato come un pazzo, 187 film in 35 anni, cinque-sei film all’anno. Mi esibisco solo davanti alla telecamera, quando esco dal set ho finito de lavora’, non vado in giro a farmi fotografa’ dai paparazzi.
E poi, siccome non mi piacevano le automobili, anziché buttare i soldi nel macchinone americano giravo con una Fiat. Hanno cominciato a dire, cazzo, con tutti chii sordi, che vita fa? E allora è nata la leggenda che ero avaro. La verità è che io i miei desideri li ho soddisfatti tutti. Il primo è stato quello di viaggiare: appena avevo una pausa partivo, in Sudamerica, in Asia, in Africa. Sono stato dappertutto e ho speso un sacco di soldi, aho’, ai miei tempi viaggiare costava un sacco”.
 “Fossi stato avaro avrei fatto la pubblicità, ma ho detto no per rispetto del pubblico”
 “Il secondo obiettivo è stato la casa: papà e mamma non se la sono mai potuta comprare, stavamo in un appartamento del Demanio, in via San Cosimato, a Trastevere. Io ci tenevo, ho speso un sacco di soldi per quel terreno davanti alle Terme di Caracalla, e mi sono fatto la casa come piaceva a me, indipendente, con il giardino, comoda, arredata a modo mio, dove tengo tutte le cose che mi piacciono.
Poi basta, devi avere un limite, io in trattoria con la famiglia ci vado una volta al mese, mica de più. Beneficenza? Quelli so’ affari miei, non ne voglio parla’. Ma se fossi stato avaro, o avido, avrei fatto la pubblicità, e invece ho sempre detto di no, ho calcolato di aver detto no ad almeno 50 miliardi di lire. E sai perché? Usare la notorietà regalatami dal mio pubblico per convincere quello stesso pubblico a comprare qualcosa mi sembrava una mancanza di rispetto”.
Sordi si presentava così, professionalmente immerso nei difetti degli italiani, ma attratto da imperativi morali di altre galassie. Innamorato del popolo ma schiettamente reazionario, avviluppato in una ossessiva e apparentemente incongrua sfida alla mediocrità e all’uguaglianza. “A me i ricchi mi hanno sempre affascinato. Quando ero ragazzo conobbi Romolo Vaselli, che da muratore era diventato uno dei più importanti costruttori di Roma. Gli chiesi di poterlo frequentare e andavo nel suoufficio, mi sedevo su un divanetto e assistevo alle sue contrattazioni su affari da milioni. Volevo affermarmi e cercavo di imparare l’arte del successo. La mia generazione i veri ricchi, quelli con il feudo, non li ha mai conosciuti. Noi abbiamo gli arricchiti, quelli che hanno fatto i soldi con la guerra o con il Dopoguerra. Non sono esseri superiori, sono italiani come gli altri. Diffidenti, vigliacchi, opportunisti, con momenti di generosità, ma egoisti, pronti ad arrangiarsi chiusi nell’ambito della famiglia, senza interessarsi del rispetto della legge”.
L’arringa per un giornalista mai visto prima né dopo, per ragioni misteriose, non voleva finire. Entrava il regista Tonino Cervi per un problema di organizzazione del set e lui: “Dopo, dopo…”. Ci provava lo sceneggiatore Cesare Frugoni, e lui lo respingeva: “Aspetta un po’…”. Alla fine una signora decisa si affacciò: “Saremmo pronti per girare”. Il professionista capì: “Ahò, so’ pronti pe’ gira’… Devo anda’. Bè, t’ho fatto un romanzo. Ma perché non hai voluto magna’ ’a sarciccia?”. “Bè, è che intervistare Alberto Sordi è emozionante, uno si deve concentrare. Ma non si preoccupi, prima, mentre lei riguardava la sceneggiatura col regista, gli altri attori mi hanno offerto un cestino”.
Il grande attore sfoderò un’altra delle sue espressioni celebri, la delusione manifestata con le palpebre a mezz’asta e un sospiro: “Hai magnato il cestino… Bboono il cestino…”. Incredulo e scoraggiato si incamminò verso il set, ma sulla porta si voltò per un ultimo chiarimento: “Senti, una cosa non ti ho detto. Ti ho elencato un sacco di difetti degli italiani. Ma io voglio bene a questi italiani incapaci di governarsi da soli. Non è colpa loro, ricordatelo. Sono così perché non hanno mai avuto grandi esempi da seguire e grandi leader di cui fidarsi”.
da il Fatto Quotidiano del 24 febbraio 2013

Elezioni 2013, come votano gli apoti. Il controllo democratico del governo deve essere svolto da una vera opposizione. Il M5S ha le carte in regola per esserlo, sempre che non vinca ...

di | 23 febbraio 2013
 
 Fonte: Il Fatto Quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it
 
Qui tra chi lavora a ilfattoquotidiano.it si vota, in diverse percentuali, un po’ di tutto: Movimento 5 Stelle, Monti, Pd, Rivoluzione Civile, Sel, Radicali e, nonostante il notevole exploit del principe dei ballisti Oscar Giannino (principe, perché il re resta sempre lui, san Silvio Primo da Arcore), persino i liberisti acciaccati di Fermare il declino. Qualcuno poi si astiene o teorizza un vecchio classico: scheda bianca con fettina di salame inclusa.
Ma, comunque voti la redazione fa idealmente parte della Società degli Apoti, la congregazione di prezzoliniana memoria di coloro i quali non se la bevono. Sappiamo tutti che, dopo lunedì, quasi nessuna tra le mirabolanti promesse elettorali in materia di riduzione di tasse o aumento dell’occupazione verrà mantenuta. E non solo perché aveva ragione Otto Von Bismarck quando ripeteva: “Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia”.
Il fatto è che la situazione del Paese, in centinaia di articoli, l’abbiamo raccontata a fondo. E crediamo, purtroppo, che il peggio non sia ancora arrivato: ci sono i numeri dell’economia che restano pessimi, c’è una classe dirigente (non solo politica) che rimane vecchia, incompetente e spesso criminale, c’è un sistema produttivo che avrà bisogno di dieci anni per essere ammodernato. Sempre che qualcuno ne sia capace o abbia davvero intenzione di farlo.
Eppure proprio perché siamo apoti, e tentiamo di raccontare e analizzare le cose per quel che sono, dobbiamo ammettere che in questi mesi qualcosa è cambiato.
Centinaia di migliaia di cittadini hanno partecipato alle primarie del Pd, altri invece hanno deciso di impegnarsi in prima persona in liste che si sono aperte in tutto o in parte alla società civile, le piazze e la Rete si sono poi rivelate traboccanti di folla durante ogni incontro del Movimento 5 Stelle. Per la prima volta dopo tanti anni parole come legalità, etica, equità sono apparse essere patrimonio comune per milioni di aventi diritto al voto.
Certo, anche a causa di una legge elettorale antidemocratica che non permette agli italiani di scegliere direttamente i propri rappresentanti in Parlamento, resta sempre presente quella brutta voglia di uomini della Provvidenza che da secoli scorre nelle vene del Paese.
Il rifiuto da parte dei principali leader, diversamente e furbescamente motivato, di partecipare a confronti pubblici diretti tra i candidati; la decisione di evitare le vere interviste o, peggio ancora, quella di confrontarsi solo coi cronisti graditi ci dicono che l’Italia ha ancora molta strada da percorrere prima di poter essere una piena democrazia e non solo una sua goffa e incompiuta rappresentazione.
Ma ci sono pure delle ragioni di speranza. Il giusto sentimento di disgusto nei confronti di buona parte del ceto politico, sommato alla durissima crisi economica, non è sfociato nella violenza e in movimenti xenofobi, razzisti o neofascisti. Solo chi è accecato dal tifo elettorale, per esempio, non si è reso conto che a Roma in Piazza San Giovanni i simpatizzanti di Grillo erano schierati per la non-violenza e l’assoluto rispetto della Costituzione. Ed è difficile negare che la presenza in Parlamento di un’opposizione non votata al compromesso opaco, migliorerà l’operato della maggioranza. Qualunque essa sia.
Nelle democrazie mature a svolgere per prima le funzioni di controllo non è infatti né la stampa, né la magistratura. A verificare subito che cosa fa chi sta al governo è la minoranza. Se non inciucia nelle segrete stanze.
Insomma in queste settimane mentre molti leader straparlavano e stra-promettevano, tanti, tantissimi italiani si sono già dimostrati migliori di loro, sia come elettori che come candidati.
Anche per questo di indicazioni di voto noi non ne diamo. E a chi ci legge diciamo solo: informatevi, siate onesti e usate la testa.
Farete bene di sicuro.

Oscar Giannino ha favorito il declino anziché fermarlo, il Movimento di Grillo è l'unica speranza per questo paese



Di Claudio Martinotti Doria

Confesso che era da giorni che sentivo il bisogno di esprimere il mio modesto pensiero su Oscar Giannino, ed un video su Youtube contenente un'intervista fatta ad uno dei candidati di Fare, fermare il declino, mi ha indotto a sintetizzarlo. In quest'intervista il pur valido candidato era costretto pateticamente e miserabilmente ad arrampicarsi sui vetri per giustificare il suo leader e dare ancora credibilità al suo partitino … ulteriore conferma che anche le persone serie, oneste e valide, se entrano in politica attualmente, si contaminano e si rovinano. Forse l'unica eccezione è il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, ma ne parlerò dopo.
Non mi permetto di giudicare le qualità ed i contenuti del personaggio in questione, anche perché di televisione ne vedo pochissima, solo occasionalmente quando mi ci trovo davanti, ma la supponenza e l’esibizionismo mediatico del personaggio pubblico saltava subito agli occhi e non mi ha mai ispirato simpatia e fiducia, anche se i suoi argomenti (liberalismo, non interventismo, alleggerimento statale, ecc.) erano a volte affini ai miei …
E’ stato un maldestro esempio (mi riferisco al suo curriculum) nel modo di approcciare alla politica, alimentando i peggiori sospetti dell’italiano medio che si candida in politica con secondi fini e proietta sugli altri le proprie paure e convinzioni … Che dire a questo punto della sua estrosa e bizzarra prosopopea? Recitava la parte della “aristocratica” macchietta intellettuale (seppur intellettualmente dotato), un personaggio che lui stesso ha ottimamente inventato ed interpretato, un personaggio di notevole successo mediatico (onnipresente sulle reti tv) e credo anche molto remunerativo. Un sussiegoso ed ormai patetico Oscar Giannino che si è inventato titoli accademici mai conseguiti (addirittura due lauree ed un master all’estero), interpretando una sagoma policromatica da salotto culturale ottocentesco, che pretendeva di cambiare il paese portando aria nuova e correttezza, e contava ingenuamente sull’assenza di verifiche (cui ci ha abituati il sistema mediatico prono al potere ed all’establishment), presumendo fossero tutti in affabile e riverente ammirazione della sua persona, trascurando un controllo che qualsiasi giornalista o avversario avrebbe potuto e dovuto compiere, e che molto probabilmente in un paese anglosassone avrebbero effettuato da tempo … Sul fatto poi che si è fatta pulizia subito, dando un esempio inedito per gli altri partiti, direi che è una patetica forzatura e difesa d'ufficio. A me risulta che Giannino abbia tergiversato per ben tre giorni prima di ammettere le sue colpe, cimentandosi in performance poco edificanti ed alquanto patetiche ed infantili. Il mio sospetto è che in fondo il personaggio era ormai integrato nel sistema e funzionale ad esso (dal quale riceveva sostentamento), che solo apparentemente cercava di scardinare, senza avere i titoli e le motivazioni. Ben venga comunque il fatto che abbia motivato altri con la sua lista ... Anche se devo dire che ne escono con le ossa rotte.

Concludo con qualche riflessione sul Movimento 5 Stelle (M5S). E' vero, come ho già risposto a diversi amici e conoscenti, che porterà in parlamento giovanissimi ed emeriti sconosciuti e certamente impreparati, forse anche sprovveduti, ma non ci sono alternative allo stato attuale in cui versa il paese, occorre dare uno scrollone potente e radicale al sistema, per scardinarlo. Dopo si parteciperà con una pressione costante sugli eletti ed il M5S perché attui le riforme di cui questo paese ha assolutamente necessità, passando quindi ad una democrazia diretta e partecipata, abbandonando quella rappresentativa monopolio dei partiti, divenuti comitati d'affari, feudi nepotistici ed associazioni a delinquere …

I partiti dovrebbero dire grazie a Grillo

I nostri politici non hanno nulla da dire, sono aridi, privi di idee, programmi, capacità, prospettive, motivazioni che non siano venali, sono pieni di sé, autoreferenziali, sono intrisi di protervia ed ignoranza. E' inevitabile che insultino gli avversari e gli elettori, non avendo argomenti validi da proporre
Adesso sono terrorizzati dal movimento di Grillo, perché sanno che il 90 per cento di loro rimarrà senza le rendite da posizione che avevano in precedenza ...
Ringraziamo Grillo ed i suoi se molte centinaia di migliaia di giovani sono ancora rimasti in questo paese, altrimenti destinato alla desertificazione delle intelligenze e dei talenti, ed inoltre, pochi politici lo hanno capito, il M5S ha evitato la deriva violenta ed autoritaria del paese, come sta accadendo in Grecia, dove Alba Dorata distribuisce cibo alla popolazione affamata e soddisfa i desideri viscerali e pregiudiziali, ed alle prossime elezioni prenderà un valanga di voti .. Quanti conflitti sociali ha evitato il M5S?.
 
di Massimo Fini - 19/02/2013

Fonte: Arianna Editrice http://www.ariannaeditrice.it


Man mano che ci si avvicina alla data delle elezioni i rappresentanti dei partiti, che per settimane hanno passeggiato in tutti i talk show senza farne mai cenno se non con riferimenti generici al 'populismo' e all''antipolitica', ma guardandosi bene dal nominarlo, e i giornali legati al sistema, cioè quasi tutti, si accorgono che esiste 'anche' Beppe Grillo. Dopo mesi di un prudente silenzio il Corriere gli ha dedicato, oltre a un editoriale di Pierluigi Battista, contorto e ambiguo come quasi tutto cio' che scrive Battista (o Giuliano Ferrara), due intere pagine all'interno del giornale dove si viene a sapere, fra l'altro, che il Movimento 5 Stelle raccoglie il 30% dei consensi fra i giovani dai 18 ai 23 anni. Anche nei talk show più ossequiosi al Potere, tipo 'Porta a Porta', non ci si puo' più esimere dal parlare di Grillo.
Questa improvvisa attenzione dice che i partiti hanno una fifa blu, temono che i loro piani abbiano fatto i conti senza l'oste. E lo coprono di insulti e anche questo è un segno di paura. Da sinistra gli danno del 'fascista' (Luigi Manconi), dal centro dello 'sfascista' (Mario Monti), a destra hanno scoperto che è un pericoloso comunista (Berlusconi:«Abbiamo scoperto che moltissimi dei suoi candidati vengono dai centri sociali e dai No Tav»). Ma le accuse più ricorrenti sono, naturalmente, quelle di 'populismo', di 'antipolitica', di 'dispotismo' all'interno del suo movimento. Che cosa sia il 'populismo' io, lo confesso, non l'ho mai ben capito. Il Palazzi lo definisce «atteggiamento genericamente democratico e socialista, senza solide basi dottrinali». Mi piacerebbe sapere quale partito ha oggi «solide basi dottrinali». Il Pdl del «delinquente naturale» Berlusconi (cosi' lo ha definito la sentenza del Tribunale di Milano sui diritti Mediaset)? Il Pd dove c'è tutto e il suo contrario? Il neopartito dell'ex magistrato Ingroia? Il micropartito Fratelli d'Italia dell'inguardabile La Russa? Battersi contro costoro e affini, e i loro vassalli, valvassini e valvassori, fra cui ci sono i nove decimi del giornalismo italiano, che hanno semidistrutto, economicamente, socialmente e moralmente, il nostro Paese in trent'anni di malefatte di ogni genere, non è 'antipolitica', è, al contrario, fare politica contro 'questa' politica. Infine il 'dispotismo' è necessario a un movimento rivoluzionario allo stato nascente, quale quello di Beppe Grillo è sia pur con modalità pacifiche. I partiti, invece di demonizzarlo, dovrebbero dire grazie a Grillo. Per almeno due motivi. Perchè senza 5 Stelle ci sarebbe un'astensione che sfiora il 70% e risulterebbe evidente che due italiani su tre non credono più alla truffa della democrazia rappresentativa. Ma soprattutto Grillo convoglia nel suo movimento, in qualche modo istituzionalizzandola e innocuizzandola, una rabbia montante che potrebbe esplodere, in qualsiasi momento, nelle forme più violente.

Ieri notte ho fatto un sogno. Avrei voluto fosse stata una premonizione.

di Claudio Martinotti Doria

Nel sogno gruppi di giovani e meno giovani, affiatati e fortemente motivati, giravano il paese con taser, bastoni telescopici, manette, ecc., per catturare i politici che avevano governato negli ultimi decenni e tutti i loro complici ai vari livelli, in particolare banchieri ed economisti, giornalisti e prelati, tutti coloro che hanno partecipano alla rovina dell'Italia, anche stando dietro le quinte.
Per quanto abbiano tentato di occultarsi, la rete ha consentito di assumere informazioni su di loro, di avere loro foto identificative, di sapere dove si nascondevano, rifugiavano o si mimetizzavano.
Una volta catturati venivano portati in uno dei carceri che erano stati svuotati dai detenuti comuni, soprattutto piccoli ladri, drogati ed immigrati clandestini, in attesa che venissero improntate appositamente per la loro alcune periferie urbane presidiate, dove saranno condannati a vivere il resto della loro vita in un alloggio di edilizia popolare con una pensione al minimo, svolgendo attività sociali e solidali.
I loro patrimoni (per la parte non giustificata dai loro redditi dichiarati) venivano confiscati a beneficio dello stato, tutti i loro redditi di provenienza pubblica revocati.
Poi mi svegliai e tornai nella realtà, cioè passai dal sogno all'incubo quotidiano.

Ultimo avviso ai politici italiani, ai sepolcri imbiancati, alle camarille, conventicole, consorterie, comitati d'affari, ecc..

Arrendetevi!

arrendetevi.jpg

Fonte: Blog di Beppe Grillo http://www.beppegrillo.it
 

Arrendetevi! Siete circondati dal popolo italiano. Uscite con le mani alzate. Nessuno vi toccherà. Il vostro tempo è finito, non abusate della fortuna che vi ha assistito finora. Di voi, ormai, nelle piazze, tra la gente, si parla al passato, come di persone estinte. Quando apparite in televisione scatta l'insulto che equivale al vilipendio di cadavere. Quello che stupisce è la vostra folle ostinazione a non farvi da parte come se foste investiti da una missione divina. C'è in ciò qualcosa di patologico, che richiede l'intervento di uno psichiatra, ma anche di triste, come la recita di un vecchio senza voce e malfermo sulle gambe nella parte dell'attor giovane o come l'aria di Memory cantata dalla cadente Grizabella in Cats "Touch me/ It's so easy to leave me/ All alone with the memory/ Of my days in the sun". I manifesti con le vostre facce nelle strade sembrano annunci mortuari svolazzanti, con qualche tocco di colore. Vi muovete nelle piazze vuote, nei teatri pieni di comparse, negli studi televisivi intervistati da vostri dipendenti, enunciate promesse che non potrete mai mantenere, né avete intenzione peraltro di farlo. Nessuno, tra coloro che vi è vicino, ha il coraggio di dirvi che è finita, che è finita male, e che voi, da qualunque punto si voglia considerare: economico, sociale, politico, amministrativo, siete dei falliti.
Gli italiani sentono, come guidati da un istinto animale, di essere a un bivio e che continuare con voi è un suicidio. Vi hanno perdonato tutto, al di là della decenza, ma ora non vi possono condonare anche il fallimento di una Nazione. Dovete rendervene conto, dovete andarvene prima di essere cacciati dalla rabbia popolare, è un consiglio amichevole quello di dirvi "Arrendetevi". Questo ventennio è stato un Vietnam per gli italiani, ma voi avete ancora la possibilità di salire sull'ultimo elicottero come gli americani sui tetti di Saigon nel 1975. Siete terrorizzati, in preda di attacchi d'ansia al pensiero di perdere il potere, di qualcuno che potrà rovistare nei vostri cassetti, capire, scoprire, denunciare. Vi consiglio comunque uno, due, tre, cento passi indietro. Se anche vinceste queste elezioni avrete solo rimandato il cambiamento, durerete un anno, forse meno, ha senso? Fate una pubblica ammissione di colpa e chiedete agli italiani di perdonarvi. Arrendetevi. La vostra stessa presenza è diventata insopportabile. Il vostro tirarvi fuori da ogni responsabilità, lo scuotere le piume e minacciare come dei guappi, lo stalking a cui sottoponete gli italiani sono al di là di ogni sopportazione. Arrendetevi. Non potrete dire che non vi ho avvisato.

Soros prevede sommosse in Europa a causa dell'euro e dell'austerità

Europa in rivolta: quando l’euro del rigore la farà crollare. Parola di Soros

16/2/13
«Sono terribilmente preoccupato per l’euro, che è potenzialmente in grado di distruggere l’Unione Europea». Problema: la politica di rigore – per mantenere una moneta non svalutabile e non sovrana – comporta sofferenze sociali che, alla lunga, potrebbero scatenare una rivolta contro Bruxelles. Parola del super-investitore finanziario George Soros, intervistato dalla televisione olandese nel programma “Nieuwsuur”. «C’è un rischio reale che la soluzione al problema finanziario crei un problema politico realmente profondo», sostiene Soros, preoccupato che la Germania non capisca il pericolo di una «depressione di lunga durata», a cui l’austerity condanna il Sud Europa. «Può durare più di un decennio, in realtà potrebbe diventare permanente: fino a quando la sofferenza diventerà così grande che alla fine ci potrà essere una ribellione, un rifiuto dell’Unione Europea, che poi porterebbe alla distruzione dell’Unione stessa. Un prezzo terribilmente pesante per preservare l’euro».
In teoria, sempre secondo Soros, la moneta della Bce «potrebbe durare molto tempo, come l’Unione Sovietica, un assetto istituzionale molto George Sorosnegativo che è durato per 70 anni», ma alla fine proprio l’euro «sarà destinato a far crollare l’Unione Europea: il tempo che ci vorrà, e può richiedere generazioni, sarà tempo perso in termini di libertà politica e di prosperità economica». Risultato: «Una terribile tragedia per l’Ue, e sta accadendo alla società aperta più sviluppata del mondo». I “consigli” di Soros, commenta Giulietto Chiesa su “Megachip”, arrivano un po’ in ritardo: gli stessi dirigenti europei «hanno già capito di avere tirato troppo la corda e di stare aprendo la via ad un vasto sommovimento sociale». In realtà, per Chiesa, la correzione di rotta è già in atto, ma si tratta solo di tattica: «Non vuol dire che la classe dirigente, cioè l’alta finanza, abbia cambiato idea: soltanto, non sono stupidi. Frenano, per il momento. Riprenderanno quando le masse avranno metabolizzato la prima stangata. E nella pausa caffè si getteranno sulle privatizzazioni, comprando tutto il comprabile, con il denaro virtuale di cui dispongono, nell’Europa dei Piigs e in quella dell’Est».
Per ora, aggiunge Chiesa, si vedono due segnali: il debito greco è stato di fatto “abbuonato”, e l’Irlanda ha avuto la “cartolarizzazione” del suo debito, dilazionato in trent’anni. «E persino la sentenza europea che dà ragione all’Islanda è un segno nella stessa direzione». La Bce di Draghi? «Ha ripreso le redini, ed è perfino riuscita a respingere l’attacco americano, con la repentina svalutazione del dollaro: cosa che minacciava tutta l’Europa, ma in particolare i tedeschi». Ora l’euro è ritornato attorno a quota 1,33 sul dollaro. Il “Quantitative Easing” americano continua, ma a quanto pare l’Europa ha deciso di farvi fronte. «Di tutto il giudizio di Soros – conclude Chiesa – la cosa che mi pare più illuminante è che non fa alcun cenno alla situazione del dollaro e dell’economia americana. Silenzio rivelatore del suo disegno: dire che l’euro può crollare tra settant’anni è una vera scemenza, è come dire che è eterno». Come ormai molti pensano, l’anomalia mondiale della moneta europea (non-sovrana, ma affidata al monopolio delle banche) è passata quasi inosservata in tempi di crescita, ma non può sopravvivere alla crisi, aggravata dalle misure “suicide” di austerity e dalla perdita di uno strumento flessibile come la moneta sovrana, vitale per le economie nazionali.
da Libre associazione di idee

Da anni siamo governati da "delinquenti abituali" e meno abituali ...

I generali felloni e le toghe nere

ustica 20130214
di Giulietto Chiesa 

 - La Voce delle Voci

Contraddizioni in seno allo Stato: la Cassazione civile ha contraddetto la Cassazione penale. Credo sia successo poche volte nella storia della Repubblica. Questa volta, comunque, e' un fatto storico. Riguarda la strage di Ustica. Il DC 9 Itavia fu abbattuto da un missile della Nato. Adesso una suprema corte ci fa sapere che lo Stato italiano fu doppiamente colpevole. La prima volta per non avere protetto la vita di cittadini inermi e innocenti. La seconda, se possibile piu' grave, per avere invece coperto e protetto i colpevoli nel corso di 33 anni.
Lo si sapeva: a questa conclusione era gia' giunto il giudice Rosario Priore, nel 1999, dopo avere analizzato le registrazioni delle tracce radar che mostravano ad abundantiam la presenza, in quel cielo, in quel momento, di almeno sei aerei della Nato. Quei puntini volteggianti sugli schermi dell'aviazione civile e militare dicevano che c'era stata un'operazione militare in grande stile, che aveva intersecato la rotta di un aereo civile carico di passeggeri.
Quale fosse il significato di quell'operazione militare Rosario Priore non fu in grado di scoprire. Non per colpa sua. Cominciarono subito le operazioni diversive di chi aveva commesso l'errore. Soprattutto entrarono in azione quei poteri militari, italiani e stranieri, che si proposero di eliminare ogni possibile sospetto di una responsabilita' dell'Alleanza in quella strage: il risultato politico sarebbe stato devastante per chi ha incatenato l'Italia a un'alleanza militare che serviva e serve esclusivamente per tenerla incatenata.
Si disse, si ipotizzo', fin da subito, che quegli aerei, francesi, e americani, fossero all'inseguimento di un Mig libico. O di un altro aereo libico che forse stava trasportando Muhammar Gheddafi e che si era trovato in coda alla rotta del DC 9 dell'Itavia. Se fosse stato cosi', si sarebbe trattato di un'azione illegale e criminale, dell'assassinio progettato di un capo di Stato straniero. Ma di questo non c'e' prova, poiche' i depistatori hanno cancellato le tracce. In 33 anni di duro lavoro si puo' cancellare quasi tutto. Sappiamo adesso che i piloti che inseguivano quel fantasma sbagliarono mira. Questo lo rivelo', nel 2007, uno che di cose ne sapeva fin troppe, che era stato presidente della Repubblica e si chiamava Francesco Cossiga.
Adesso comincera' una disputa giuridica infinita, nella quale non voglio entrare. La cosa che m'interessa e' sapere se qualcuno (tra i fedeli servitori dello Stato) decidera' di mettere in fila i nomi e i cognomi dei giudici che, anno dopo anno, inchiesta dopo inchiesta, sotto la pressione dei parenti delle vittime, mandarono assolti cinque generali e ammiragli che palesemente mentirono, depistarono, affossarono, cancellarono fatti, documenti, tracce. Ripeto: la questione centrale non e' soltanto la ricerca dei colpevoli materiali della strage. La questione e' individuare chi furono coloro che assolsero i capi felloni; con quali sentenze, con quali trucchi, con quali menzogne le verita' che venivano acquisite furono sepolte e eliminate.
Vorrei che qualcuno scrivesse sulle prime pagine dei giornali il nome di colui che, nel governo italiano, incarico', personalmente, con la sua firma, l'Avvocatura dello Stato di agire a sostegno dei generali felloni. I denari pubblici usati per nascondere la verita' ai cittadini che avevano pagato le tasse. E, di nuovo, alti tribunali della Repubblica recepirono il messaggio mafioso e assolsero contro ogni evidenza.
Io penso che un futuro governo democratico di questo paese dovra' assumersi, pubblicamente, senza equivoci, il compito di accompagnare la caccia ai colpevoli delle stragi di Stato con la caccia a coloro che, annidati come avvoltoi a diversi livelli dei gangli cruciali dello Stato, permisero loro di restare impuniti. Se si ripercorre l'intera storia della strategia della tensione: dalla bomba nera di Piazza Fontana a Milano, fino al rapimento di Aldo Moro e all'uccisione dei cinque ufficiali della sua scorta, fino ai giorni nostri, alle stragi di Via Capaci e di Via Amelio, non e' difficile scorgere un filo di catrame di complicita' che s'attorciglia all'interno delle magistrature che avrebbero dovuto sancire verita' storiche e politiche e che, invece, le cancellarono.
Certo i felloni e i criminali furono molti e, appunto, furono piazzati a diversi piani della macchina del falso che doveva cancellare il sangue. Dov'era la prigione in cui Aldo Moro rimase prigioniero? C'era, ai vertici, chi lo sapeva mentre Moro era ancora vivo, ma tacque. Chi furono, nei servizi segreti, coloro che muovevano gl'infiltrati all'interno delle Brigate Rosse? Chi diede ai capi delle BR la sede di via Gradoli? Leggo l'ultimo libro di Ferdinando Imposimato, che ripercorre criticamente tutte le indagini sulle stragi impunite per farci toccare con mano come moltissime verita' essenziali fossero state scoperte da inquirenti intelligenti e onesti, per poi essere occultate, nascoste, da giudici complici. E' questa la grande indagine sulle stragi che dovrebbe essere riaperta.
Da anni siamo governati da "delinquenti abituali" e meno abituali (ma non per questo meno assidui) che accusano le "toghe rosse" di avere esercitato una giustizia di parte. Ma noi vediamo - perche' e' ormai impossibile non vedere, perche' davvero, talvolta, funziona il proverbio che dice che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, come la sentenza della Cassazione civile su Ustica dimostra - che noi siamo stati per cinquant'anni in preda alle "toghe nere".
Ho detto "siamo stati"? Mi devo correggere: siamo ancora. Se ci sono voluti 33 anni per restituire un po' di giustizia agli 81 morti di Ustica, se Licio Gelli gira ancora, libero, in Italia, e' perche' lo siamo ancora. E' in questo groviglio di fili, in questo brodo di liquame, che la democrazia italiana e' affogata. Quando, come parlamentare europeo, partecipai alla Commissione Straordinaria d'indagine sulle carceri segrete della Cia in Europa, scoprii che i servizi segreti di tutta l'Europa altro non erano che delle succursali agli ordini diretti della Cia. Questa era anche la nostra "sovranita'". Il nostro servizio segreto, allora guidato da Niccolo' Pollari, era in prima fila a portare il caffe' ai capi d'oltre oceano.
E adesso? Lo stesso giorno della notizia di Ustica i giornali italiani ci hanno fatto sapere, alla trentesima pagina, che un terzo governo italiano - dopo quello di Prodi e quello di Berlusconi e' stata la volta di Mario Monti - ha confermato il segreto di stato sui documenti del sequestro di Abu Omar. Chi hanno coperto i nostri primi ministri? Segreti nostri e segreti altrui. Segreti sporchi. Questi capi di governo dovrebbero essere processati per alto tradimento degl'interessi nazionali dell'Italia.
Invece due di loro ce li troviamo in lizza per il prossimo parlamento, uno dei due senatore a vita. Mandarli via tutti sara' indispensabile, ma prima li si dovrebbe chiamare a rispondere di quello che hanno fatto o hanno permesso che si facesse.

Fonte: http://www.lavocedellevoci.it/grandifirme1.php?id=234

Caos in Grecia: i cittadini assaltano i supermercati

Sono alcuni anni che prevedevo queste ripercussioni, che sfiorano ormai la tragedia e la guerra civile, causate dalle aberranti politiche economiche e dalla gestione del potere da parte delle elìte finanziarie. Ma è ancora più grave il fatto che i media e la casta politica non ne parlino, continuando imperterriti a dedicarsi al patetico e penoso teatrino politico della campagna elettorale, con le loro ridicole e vergognose promesse cui solo i dementi possono ancora prestare fede. Siamo in prossimità di un baratro come mai si era visto nella storia moderna (con le sole eccezioni delle due guerre mondiali e della Grande Depressione del '29-33), siamo al collasso sociale ed economico, e solo la solidarietà e la cooperazione endogena alla popolazione potrà salvarci, dopo aver cacciato tutta la casta al potere, a livello politico, finanziario e burocratico, sostituendola con persone che mai si siano contaminate con essa 

 

di REDAZIONE


Fonte: L'Indipendenza, Quotidiano on line http://www.lindipendenza.com


La notizia di questi giorni è certamente quella delle dimissioni di Benedetto XVI, nessuno parla di un dramma che sta annientando un popolo: la Grecia è definitivamente crollata per i debiti contratti con la Bce.
I cittadini greci stanno letteralmente assaltando i supermercati, senza armi o passamontagna, si tratta di persone esasperate e affamate. Gli imprenditori agricoli si sono rifiutati di distruggere tonnellate di arance e limoni, come richiesto dall’Unione Europea che intendeva mantenere i prezzi ai livelli concordati. Hanno caricato la frutta sui camion, sono andati nelle piazze e l’hanno regalata alla gente.
La multinazionale tedesca Muller si è impadronita per pochi spiccioli di decine di caseifici indebitati che producono il miglior yogurt del mondo. Gli ex proprietari hanno raccolto il prodotto settimanale, circa 40 mila vasetti e, invece di imbarcarli verso il mercato europeo della grande distribuzione, lo hanno regalato ai cittadini greci davanti a scuole ed ospedali.
Purtroppo sono aumentate anche le rapine, il cui frutto viene il più delle volte spartito con i compagni di sventura. Chi viene arrestato, in carcere non gode di nessun diritto legale e viene massacrato di botte.
Il più importante economista tedesco, il prof. Hans Werner Sinn, (consigliere personale di Frau Angela Merkel) sorretto da altri 50 economisti, avvalendosi addirittura dell’appoggio di un rappresentante doc del sistema bancario europeo, Sir Moorald Choudry (il vice-presidente della Royal Bank of Sctoland, la quarta banca al mondo) ha presentato un rapporto urgente sia al Consiglio d’Europa che alla presidenza della BCE che all’ufficio centrale della commissione bilancio e tesoro dell’Unione Europea, sostenendo che “la Grecia deve uscire, subito, temporaneamente dall’euro, svalutando la loro moneta del 20/ 30%, pena la definitiva distruzione dell’economia, arrivata a un tale punto di degrado da poter essere considerata come “tragedia umanitaria” e quindi cominciare anche a ventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu”.
FONTE ORIGINALE: http://www.articolotre.com

La diplomazia statunitense già 5 anni fa aveva capito il valore politico sociale di Grillo e lo considerava credibile, i politici italiani lo stanno capendo solo ora

Monti attacca Grillo, ma per gli Usa Beppe è interlocutore credibile

Fonte: L'Indipendenza, Quotidiano on line http://www.lindipendenza.com

di FABRIZIO DAL COL  

L’allora ambasciatore americano in Italia, il repubblicano Ronald Spogli, il 4 aprile del 2008 inviò un telegramma all’allora segretario di Stato Condoleeza Rice per riferire di un pranzo con Beppe Grillo. Il documento è stato pubblicato da La Stampa, che ha potuto visionare gli archivi Usa. Nel documento Spogli mette in evidenza  il contrasto tra Grillo e quelli che lui ritiene i ”nostri interlocutori tradizionali su economia, politica e in particolare sulla corruzione” e definisce il comico genovese come “un ex comico politicamente schietto che ha ottenuto una celebrità mondiale scorticando ogni giorno i politici italiani sul suo blog e organizzando con successo una manifestazione contro la corruzione nel governo alla quale lo scorso autunno hanno partecipato oltre 150 mila persone”. “E’ brusco, perfino profano, ma le sue accuse dirette e spesso taglienti risaltano al contrasto con le analisi timide e indirette sulla corruzione che vengono dal mondo politico italiano… Capace di galvanizzare una parte dell’opinione pubblica in genere silenziosa, convogliando la rabbia degli italiani verso la corruzione governativa più radicata e l’incapacità dell’élites di migliorare le condizioni del Paese… Ha creato un foro alternativo di discussione su questioni che non vengono affrontate dai maggiori media”.
Il documento riporta in particolare il giudizio espresso da Grillo riguardo la situazione politica del nostro Paese : “Tutti i partiti e politici italiani sono illegittimi”, che siano di “centro, destra o sinistra”, perché “arresti, indagini e conflitti di interessi li rendono incapaci o inadatti” senza contare che il sistema elettorale “basato sulle liste impedisce ai cittadini di scegliere chi votare”. Scrive ancora Spogli: “È un eccentrico, si appella agli oppressi d’Italia e così riesce a portare nelle piazze centinaia di migliaia di persone per protestare contro l’ordine costituito”. Insomma, Spogli lo ritiene “interlocutore credibile” e lo presenta come una persona dotata di grandi capacità di comprensione del sistema politico italiano, oltre alla sua innegabile  forza di attrazione nel denunciare la corruzione. Di fatto, la conclusione di Spogli è una promozione per Grillo: “Alcune delle sue idee sono utopiche e irrealistiche, ma nonostante l’incoerenza della filosofia politica, la sua prospettiva dà voce a una parte dell’opinione pubblica che non trova espressione altrove. La sua unica miscela di humour aggressivo sostenuto da statistiche e ricerche giuste quanto basta, ne fa un interlocutore credibile sul sistema politico italiano”.
Alla luce di ciò, mentre la campagna elettorale è ormai tutta incentrata sugli attacchi personali, tutti i big della politica vedono solo ora la forza  di Grillo. Infatti, Monti, che non è certamente un politico, si accorge solo adesso dei suoi errori ma soprattutto, si è accorto che aver imbarcato nella coalizione Casini e Fini non è stata una scelta giusta. In sostanza, il premier uscente è in preda al panico e che fa? Attacca di petto Grillo e lo accusa di voler portare l’Italia nelle stesse condizioni in cui è oggi la Grecia ma, così facendo, commette gli stessi errori che commisero in passato i partiti tradizionali con la Lega che,  grazie agli attacchi continui subiti, ogni giorno aumentava il proprio consenso. Sarà anche un caso, ma visto che ad attaccare Grillo ci pensa Monti, Berlusconi e Bersani si fregano le mani in quanto consapevoli che sarà sempre Monti a rimetterci.